Entro la fine di aprile le Regioni devono comunicare al ministero delle Infrastrutture l’ammontare delle risorse necessarie a finanziarie nel 2016, tramite il fondo della legge 13/89, l’abbattimento delle barriere architettoniche nelle abitazioni e negli altri edifici privati.
In generale risultano poter accedere ai contributi tutti i disabili indipendentemente dal proprio reddito.
Gli eventuali finanziamenti statali integreranno i contributi che alcune amministrazioni regionali elargiscono attraverso proprie leggi.
Per favorire l’abbattimento delle barriere architettoniche, in alcune Regioni, tra cui il Veneto, è prevista un’ulteriore agevolazione. In Veneto gli edifici nelle zone edificate al di fuori dei centri storici, in quelle di nuovo insediamento e nei territori ad uso agricolo, possono essere ampliati di 150 metri cubi, per diventare fruibili agli abitanti con problemi di deambulazione.
Il beneficio può essere sfruttato una sola volta e la nuova costruzione va aggiunta in aderenza all’immobile esistente, che per dieci anni non può subire cambiamenti di destinazione d’uso e può essere venduto o affittato solo a persone disabili.
Oltre agli stanziamenti statali, per agevolare questi tipi di interventi, le Regioni ricorrono anche alle proprie competenze legislative in materia edilizia.
In Veneto le regole e i finanziamenti contro le barriere architettoniche sono regolamentati da Legge Regionale del 12 luglio 2007 n. 16.
In base a tale disciplina, la Regione Veneto può finanziarie fino al 50% della spesa sostenuta dai Comuni per la redazione e l’aggiornamento dei piani per eliminare le barriere architettoniche. All’attuazione degli interventi i Comuni devono destinare almeno il 10% delle entrate da contributo di costruzione (il 5% se hanno meno di 3.500 abitanti). Sugli incrementi volumetrici realizzati per abbattere gli ostacoli alla deambulazione non si paga il contributo al costo di costruzione. Per l’abbattimento delle barriere negli edifici privati, compresi quelli usati come luogo di lavoro, la Regione Veneto partecipa al finanziamento degli interventi tra il 10% (5% nel caso di edifici e spazi privati aperti al pubblico) e il 50% della spesa sostenuta, fino al un massimo di 12mila euro. Il contributo regionale può sommarsi a quello ottenuto con la legge 13/89.