In questi ultimi giorni di legislatura, prima delle elezioni europee fissate in Italia nei giorni 8 e 9 giugno, il Parlamento Europeo sta votando provvedimenti importanti sui mercati agricoli e sulla Pac (vedi articolo precedente) che erano stati oggetto di precedenti accordi tra gli Stati membri e la Commissione UE.
Nella votazione del 23 aprile è stato ratificato l’accordo per la proroga di un anno, fino al 5 giugno 2025, della sospensione dei dazi alle produzioni agricole provenienti dall’Ucraina. Dopo le proteste degli agricoltori e la pressione delle associazioni è stata prevista la reintroduzione dei dazi nel caso di perturbazioni di mercato e, per alcuni prodotti, un meccanismo rapido di protezione chiamato “freno d’emergenza”.
Nell’ambito di misure di salvaguardia rafforzate per proteggere gli agricoltori dell’Ue, la Commissione può attivare il freno di emergenza per i prodotti agricoli particolarmente sensibili, vale a dire pollame, uova, zucchero, avena, semola, mais e miele. Con il termine “semola” si intendono semole e semolini di orzo e altri cereali lavorati. Se le importazioni di questi prodotti superano la media dei volumi delle importazioni registrate nella seconda metà del 2021 e in tutto il 2022 e il 2023, le tariffe potranno essere nuovamente imposte. La riattivazione delle tariffe, in questo caso, è molto veloce, mediante una procedura di Comitato Dazi e Dogane, che si svolge nel giro di 14 giorni.
Purtroppo restano fuori dal “freno d’emergenza” il grano e i semi oleosi. Tali prodotti potranno essere tutelati con misure di salvaguardia da adottarsi con un regolamento di esecuzione su proposta di uno Stato membro o della stessa Commissione: una procedura più lenta e dagli effetti non immediati.