In attesa che il quadro normativo finalizzato a fronteggiare le conseguenze economiche dell’emergenza sanitaria da COVID-19 divenga definitivo e si stabilizzi (il Consiglio dei Ministri dovrebbe varare un nuovo decreto legge che probabilmente modificherà’ ed integrerà il DL n.9/2020), si ricorda che nel settore agricolo è prevista la cassa integrazione salari (CISOA) per gli operai agricoli a tempo indeterminato che abbiano lavorato almeno 180 giorni nell’anno e per gli impiegati agricoli. Tale misura può, a nostro avviso, essere attivata anche in caso di riduzione o sospensione dell’attività agricola a causa dell’emergenza sanitaria in atto.

La dizione della normativa di riferimento è infatti assai ampia per quanto concerne le cause di sospensione dal lavoro poiché, oltre all’indicazione specifica delle “intemperie stagionali”, prevede genericamente “altre cause non imputabili al datore di lavoro e ai lavoratori” (art. 8, legge n. 457/1972; art. 21 legge n. 223/1991).

Peraltro in precedenti situazioni di gravi crisi economiche, come quella del 2008, l’INPS ritenne applicabile la CISOA anche per tale “causale”.

La CISOA può dunque rappresentare un primo strumento per fronteggiare l’emergenza – pur con esclusivo riferimento agli operai agricoli a tempo indeterminato che abbiano lavorato almeno 180 giorni nell’anno e gli impiegati agricoli – in attesa che, come detto, vengano definite nuove norme di sostegno alle imprese e ai lavoratori da parte del Governo.

Si ricorda infatti che, per il momento, la normativa emanata nella prima fase dell’emergenza riconosce, alle aziende ed ai lavoratori che non hanno diritto alle ordinarie misure di Cassa integrazione, la possibilità di accedere a forme di ammortizzatori sociali “in deroga” solo se si trovano nella (ormai ex) zona rossa o nelle Regioni Lombardia, Veneto, Emilia Romagna (decreto legge n. 9/2020, art 15 e art. 17), attraverso l’emanazione di un apposito decreto da parte delle Regioni interessate e previo accordo con le organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative. Tali misure ricomprendono il settore agricolo e gli operai agricoli a tempo determinato.

Rimane dunque l’impegno della Confederazione affinché negli ulteriori provvedimenti in itinere venga prevista una forma di integrazione salariale in deroga con causale unica e procedure estremamente semplificate che si applichi su tutto il territorio nazionale e a tutti i lavoratori agricoli.