La manovra approvata nei giorni scorsi contiene una specifica misura, richiesta in più occasioni da Confagricoltura, volta ad incentivare, con un plafond di 25 milioni di euro, la realizzazione di piccoli impianti di produzione elettrica alimentati a biogas realizzati da imprenditori agricoli.

Un segnale positivo che riporta l’attenzione sull’importanza strategica delle bioenergie, in particolare nel settore zootecnico, attraverso un modello di sviluppo che mette al centro la risorsa biologica, l’economia circolare e l’innovazione tecnologica.

Avremmo preferito che i vincoli amministrativi, agronomici e tecnologici introdotti nel corso della definizione delle nuove regole non ci fossero, ma l’auspicio è che si possa discutere a brevissima scadenza del nuovo quadro di incentivazione del biogas e delle biomasse per il periodo 2019-2020, superando i ritardi che si sono accumulati.

Il nuovo quadro potrà essere anche l’occasione per valorizzare gli impianti a biogas già in produzione, prevedendo specifici strumenti per favorire il proseguo dell’attività di quelli per i quali è in scadenza il regime di incentivazione.

Condizionamenti burocratici ed interpretazioni restrittive che incidono anche sulle aspettative di sviluppo del biometano da matrici agricole, destinato ai trasporti. Occorre creare le condizioni per avviare la riconversione degli impianti a biogas verso la produzione di biometano.