Il Governo ha fissato in 85.705 lavoratori la quota complessiva di immigrati extracomunitari impiegati in vari settori economici, tra i quali l’agricoltura, che sarà contenuta nel nuovo decreto flussi. Nella relazione del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, alcune quote sono riservate ai lavoratori di Paesi con sui sono stati avviati accordi di cooperazione in materia migratoria e programmi di formazione.
Il numero di ingressi previsto supera quello del precedente decreto di un anno fa che ne prevedeva 69.700. Le procedure per le assunzioni rischiano però di complicarsi perché, il datore di lavoro, che voglia assumere dall’estero un cittadino non comunitario, potrebbe essere obbligato a verificare presso il centro per l’impiego competente l’indisponibilità di un lavoratore già presente sul territorio nazionale a ricoprire il posto di lavoro per il profilo richiesto, seguendo le modalità contenute nella nota operativa dell’Agenzia nazionale politiche attive del lavoro (ANPAL). ANPAL ha infatti comunicato che a breve renderà disponibile un modello di richiesta di personale al Centro per l’impiego da parte del datore di lavoro, al fine di garantire un’applicazione uniforme su tutto il territorio nazionale. Se tale procedura verrà applicata si allungheranno i tempi di perfezionamento degli ingressi creando un problema serio rispetto le reali esigenze delle imprese che hanno necessità di assumere lavoratori in tempi brevi.