Un marchio di tracciatura per il legname bellunese e veneto

Da venerdì a domenica, alla Fiera & Festival delle Foreste di Longarone, Confagricoltura e Camera di Commercio presenteranno un progetto sviluppato su moderne tecnologie che potenzialmente può arrivare a coinvolgere 300 ditte boschive e 12.000 imprese del legno

Belluno, 9 settembre 2020 – Tracciare il legname bellunese, partendo dall’albero tagliato nel bosco, passando dalle segherie e arrivando alle imprese che lavorano il legno. Un marchio di origine certa e  visibile, come accade da tempo con la carne e altri prodotti, che aiuti a valorizzare i prodotti forestali da filiera locale bellunese. E in futuro anche quelli del Veneto. È l’obiettivo del progetto finanziato da Confagricoltura Belluno e Camera di Commercio di Belluno che verrà presentato alla “Fiera & Festival delle Foreste” che si svolgerà da venerdì 11 a domenica 13 settembre tra Longarone e la Foresta del Cansiglio.

“Il progetto intende sviluppare un sistema di tracciabilità che, mediante moderne e complesse tecnologie, possa in modo estremamente semplice e immediato dare certezza dell’origine del legno impiegato nei prodotti, dai piccoli utensili agli edifici in legno – spiega Michele Salviato, responsabile della gestione forestale sostenibile di Confagricoltura Belluno. “Il bosco copre circa il 25% del territorio del Veneto ed è in continua espansione, se si pensa che la superficie è raddoppiata negli ultimi 50 anni. Tuttavia, nonostante le notevoli potenzialità delle foreste venete, buona parte del legname lavorato nelle aziende regionali proviene dall’estero. Favorire il comparto forestale e la filiera corta è oggi una priorità per garantire la sostenibilità ambientale ed incentivare acquisti che portino a vantaggi sul territorio. Oggi gran parte del legname arriva dall’Austria e da altri Paesi europei. Il problema è che i nostri boschi sono tagliati troppo poco e stanno crescendo a dismisura, con la conseguenza che basta poco vento a farli cadere. I danni causati dalla Tempesta Vaia sarebbero stati molto ridotti se si fosse tagliato di più. Poi c’è anche il problema della mancanza di grosse segherie, un settore che va assolutamente sviluppato se non vogliamo che il nostro legname lo lavorino altri”.

L’iniziativa verrà illustrata nello stand di Confagricoltura, che sarà allestito a Longarone (padiglione A/1 corsia P). Si parte con un finanziamento di 10.000 euro, divisi tra Confagricoltura e Camera di Commercio. “Secondo le nostre proiezioni l’adesione al progetto può interessare 300 ditte boschive e 12.000 imprese del legno tra Belluno e altre province del Veneto – chiarisce Salviato – La maggior parte delle aziende è infatti interessata a materiale legnoso con la certificazione di qualità Pefc, garantito italiano. Auspichiamo di poter partire alla fine del 2021. Va infatti finanziato il software, che servirà per la tracciabilità del prodotto. Un’operazione complessa, che inizierà nel bosco, dove gli operatori forestali, dopo il taglio, effettueranno una prima registrazione della pianta con una app sullo smartphone che servirà a localizzarla. Da lì partirà la tracciabilità fatta con un software. In questo modo l’utente finale potrà vedere da quali lotti proviene il materiale”.

Confagricoltura, due anni fa, era stata capofila del progetto di certificazione del legname bellunese, arrivando a ottenere il marchio di Gestione forestale sostenibile per 14.000 ettari di bosco dal Comelico al Cadore. “Questo è un ulteriore passo verso la creazione di filiere forestali d’eccellenza, che valorizzino il territorio montano e consentano di creare ricchezza – sottolinea Diego Donazzolo, presidente di Confagricoltura Belluno -. Dopo la certificazione Pefc, che è stata un importante traguardo, ora abbiamo la necessità di valorizzare il legname di alta qualità, come quello del Comelico, garantendo al consumatore finale che i prodotti di origine forestale derivino da foreste gestite in maniera legale e sostenibile. Dobbiamo puntare a riequilibrare un mercato del legname che in Veneto, come in Italia, è caratterizzato da uno squilibrio tra domanda e offerta. Un problema strutturale della filiera foresta-legno che si conferma nel Veneto e in particolare nei boschi bellunesi, nonostante il settore industriale (legno-arredo) rimanga tra quelli di punta nell’economia regionale con 12.000 imprese, 70.000 addetti ed esportazioni per un valore superiore ai 2,2 miliardi di euro”.